Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/283

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a83 nelizj di Dio, riconoscendo d’averli da lui e non per sua propria virtù. Che arbore ci pone? l’arbore della perfettissima carità, la cui cima s’unisce col cielo, cioè nell’ abisso della carità di Dio: i rami suoi tengono per tutta la vigna, unde mantengono i frutti con freschezza, perchè tutte le virtù procedono dalla carità, e da essa hanno vita. Di che s’innaflia? non d acqua, ma di sangue prezioso sparto con tanto fuoco d’amore, il quale sangue sta nel vasello del cuore, e non tanto-che gli innaffi questa vigna dolce e dilettevole giardino; ma elli ne dà bere al cane della coscienzia abondantemente, acciocché fortificato facci buona e solenne guardia alla porta della volontà, acciocché neuno passi che elli noi facci sentire alla ragione, destandolo col grido suo, e la ragione col lume dell’intelletto raguardi se non amici o nemici: se sono amici mandati a voi dalla clemenzia dello Spirito Santo, cioè, le buone e sante spirazioni, siano ricevuti dal libero arbitrio, disserrando la porta con le chiavi dell’amore, e mettansi in operazione: ma se sono nemici di perverse cogitazioni con operazioni corrotte, le cacci con la verga dell’ odio con grandissimo rimproverio; non si lassino passare che non sieno corrette, serrando la porta della volontà che non consenta a loro.

II. Allora vedendo Dio che’l lavoratore del libero arbitrio il quale egli mise nella vigna sua, ha lavorato bene in sè ed in quello del prossimo suo, sovvenendolo in ciò che li è stato possibile, per dilezione cd affetto di carità, egli si riposa dentro in quella anima per grazia, non che per nostro bene a lui cresce riposo, perocché non ha bisogno di noi; malagrazia sua si riposa in noi, la quale grazia ci dà vita, e vesteci, ricoprendo la nostra nudità; dacci lume, sazia 1’a.Tetto dell’anima, e satolla rimane affamata: dalli il cibo, ponendola alla mensa della santissima croce nella bocca dcL santo desiderio: dà il latte della divina dolcezza, pigliando insieme la mira dell’amaritudine della croce e dolore dell’offesa di Dio: dalli in-