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Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/80

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8o mi tragga di questa tenebrosa vita \ ediamo nel reame di Napoli (B) esser peggio questa ultima ruina, che la prima; ed ecci disposto ad esservi tanti mali che Dio vi ponga il suo rimedio, ma egli per la sua pietà manifestò la ruina ed i rimedj che si dovessero pigi are, ma, come io dissi, 1’ abondanzia de’ miei (Jifetti impedisce ogni bene. Sopra queste materie averò molto che,dirvi, se già io non ricevessi grandissima grazia’, che in prima ch’io vi rivedesse, io fusse levata dalla terra. Sicché iò dico, che in tutto vorrei che fuste andato. Pongomene niente di meno in pace, perchè son certa che veruna cosa è fatta senza misterio, ed anco perchè io ne scaricai la coscienzia mia, facendone quello che io potei, che al re di Francia si mandasse!

facci la clemenzia dello Spirito Santo egli, che noi per noi siamo cattivi lavoratori. Dell’andare ratto al re d’Ungaria (C) mostra, che assai piacesse al santo padre, e deliberato aveva, che voi con altri compagni andaste. Or non so il perchè egli ha mutalo proposito, e vuole che voi stiate per cotesle parti (/?), ed adoperiate quello bene che si pnò. Pregovi che ne siate sollicito. .

IV. Abbandonate voi medesimo ed ogni proprio piacere e consolazione, e gillinsi mugi sopra questi morti, e con le funi del santo desiderio e dell’umile orazione si leghino le mani della divina giustizia, il dimonio e T appetito sensitivo. Noi siamo olferli morti nel giardino della santa Chiesa, ed a Crislo in terra padrone di questo giardino; adunque facciamo l’offizio del morto.

11 morto non vede, nè ode, nè sente. Sforzatevi d’uccidervi col coltello dell’odio e dell’amore, acciocché non udiate li scherni, villanie e rimproverii del mondo, che li persecutori della santa Chiesa vi volessero fare.

Gli occhi non veggano le cose impossibili a fare, nè tormento che potesse venire, ma veggano col lume della fede, che per Crislo crocifisso ogni cosa potrete; e cli

Dio non porrà maggior peso che si possa portale, ina nei grandi pesi doviamo godere, perché