Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/154

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154 Annotazioni alla Lettera 175.

(A) A noi conviene fare per-onore di Dio, come fecero gli apostoli santi. Da c|ncst

parole e «lai rima mote della lettera si può rèdere che la santa non si leuea sodamente nell’ audar ella spargendo sudori in diverse parti a beneficio dell’ anime; ma che in tale rainisterio v’adoperava ancora l’altre compagne, indirizzandole a questo fine a luoghi diversi giusta il bisogno che v’era.


(* Cocca. Cioè la Francesca vedova di Clemente Gori nobile sanese,di cm s’è altrove parlato.

(C) E la Nonna. Chi ella intenda per Nonna, quando che tal nome non fosse proprio d’alcuna, il che non credo, non posso cou certezza asserire. Forse ella appella con tal nome Lapa sua madre ( la quale appunto fu a Montepulciano con questa Cecca, come s*ha dalla lettera 167, avendo loro scritto da questo castello della Rocca, ond’è scritta questa epistola) giacché avendo queste buone donne la santa per madre, doveano avere la madre a essa per nonna,

di tal nome appellarla; onde la santa vergine accomodandosi al modo loro di favellare la dice nonna, non madre.


Del resto, sotto il nome di nonna, la santa potè intender^ anche mia monaca, madre badessa; poiché come osservò, dietro assai documenti il Du-Cange, furono con questo nome alcuna volta chiamati snnctìmoniales praesertim antiquae et senes virgines aut sacrae viduae.

(D) Frate Bartolomeo, ec. O Fra Bartolomeo di Domenico, o Fra Bartolomeo Montucci, ognuno d’essi domenicano e familiare della santa. Fra Matteo è il Tolomei pur religioso di s. Domenico, come altrove *’è avvisato.

(E) Alessa e monna Bruna. Amendne inantellate, e la prima d’esse delle più confidenti e care alla santa.

(F) A Monte Giovi. Le impressioni antiche diceano Monte Ginovi per M»nte Giovi o Giove. Questo è un castello di montagna posto sull’antico Moute Amiata 3o miglia di Siena e 18 di Montepulciano.

Questo luogo, insieme colle terre e castella di Castiglio» di ^ il d’Orcia, di Rocca Federighi, di Montorsajo e di Boccheggiano, fu donato dalla repubblica di Siena alla nobile famiglia de’ Snlimbeni a cagione d’aver favorata la parte del popolo contra gli altri nobili nell’ usurpare il governo della città, facendo»! pur ella ascrivere fra le famiglie popolari.

(G) Sono con la contessa. Questa era o madonna Rianchina vedova di Giovanni d’ Agnolino Snlimbeni signora di Monte Giove; .i la contessa Randoccia sua figliuola. Madonna Isa era altra figliuola di «piella contessa.

(//) Frate Raimondo ec. Di questa lunga dimoia della salila alla