219 ardere, avessi lingua angelica, sapessi le cose future, e non avessi carità, neuna cosa mi vale. La carità ama quello che Dio ama ed odia quello che Dio odia; e però chi 1* ha si spogl’a dell’ uomo vecchio, cioè del peccato che tanto 1’odioe e fu spiacevole a Dio, che egli il volse punire sopra il corpo del Figliuolo suo; e vestesi dell’uomo nuovo Cristo dolce Jesù, stringelo a sè, seguitando la dottrina sua in qualunque stato si sia. Non si scorda l’anima che sta in carità, di seguitare le vestigie di Cristo. Ella spregia il mondo con tutte le sue delizie, apprezzandole quello che elle vagliono, come cosa che sono senza veruna fermezza o stabilità; e però le tiene e possiede come cose.prestate e non come cose sue, perchè vede e cognosce che, o elle vengono meno a lui, o egli viene meno a loro col mezzo della morte. Questa carità fa 1’ anima benivola e amatrice de’ nemici suoi, i quali il mondo reputa nemici, ma non sono nemici, che i nemici del1’ uomo propriamente sono il mondo, il dimonio e la fragile carne, ed umanità nostra, che ciascuno impugna contra lo’spiiito. Il mondo co’diletti, co’quali invita a leggierezza di cuore, ed a vana e disordinata allegrezza. Il dimonio con le molte e varie cogitazioni, e con mettere in cuore agli uomini che ci faccino ingiuria per provocare noi ad ira e ad impazienzia, acciocché siamo privati della carità che ci dà vita di grazia. La propria sensualità si leva con molta rebellione cd impugnazione, e movimenti di qualunque vizio si sia. Questi sono i nemici nostri. E vero, che se la ragione vuole, essi sono fatti debili nella virtù del sangue di Cristo; e però 1’ anima che sta in perfetta carità, si leva con grandissimo odio verso di loro, facendo guerra col vizio e pacificasi nelle virtù. Allora quegli nemici, i quali come detto è, il mondo reputa nemici, cioè quelli che ci fanno ingiuria o tolgono le cose nostre, egli se gli fa amici, amandoli inquanto creature, e per lo debito che Dio gli comanda che gli arai; e con questo amore spesse volte si dissolverà la