Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/228

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29.8 in qualunque sialo si sia. Se ella con la mano del libero arbitrio apre la porta della volontà e metteli dentro: il mondo ci percuote con le vane e disordinate allegrezze, ponendoci dinanzi all’occhio dell’intelletto nostro, stati, ricchezze, onori e grandezze con scellerati diletti, le quali cose tutte sono vane e corruttibili, che passano come il vento e sono mutabili senza veruna fermezza. Questo vediamo manifestamente, che T nomo oggi è vivo e domani è morto, dalla sanità viene all’ infermità, ora è ricco e ora è povaro; testé in grande altezza, e poco stante è venuto in grande bassezza. Bene se n* avvede 1’ uomo savio e prudente, e però fa guerra con lui; traendone il cuore e r affetto per disordinato amore; serragli la porta della volontà, usale come cose prestate,. tienle care quanto elle vagliano e non più. Concepe odio alla propria sensualità quando le volesse tenere o desiderare fuore della volontà di Dio. Questi sconfigge il nimico con lo coltello dell’odio del vizio e con Tarnore delle virtù, e con lo scudo della santissima fede ripara a’ colpi de’ movimenti de’ vizj quando venissero.

Questi non dà luogo alla ingiustizia, che per guadagnare ed acquistare lo stato, ricchezza o diletti mondani, faccia ingiuria al prossimo, perocché l‘ha spregiate, e non leva il capo per superbia reputandosi il maggiore, e volendo signoreggiare il prossimo suo ingiustamente; perocché egli è umiliato, perchè ha spregiato sè e il mondo, ma vuoisi fare il più minimo, e facendosi piccolo diventa, grande. In qualunque stato si sia, o suddito, o signore, egli è tenuto e obbligato di far guerra con questo tiranno; non dico, cli

se attualmente vuole possedere lo stato suo nel mondo, che egli non possa vivere in grazia, anco può, che noi abbiamo di David che fu re, e di santo Lodovico, e nondimeno furono santissimi uomini. Questi tennero il reame attualmente, ina non con disordinato affetto o desiderio, e però riluceva in loro la margarita della giustizia con vera umiltà ed ardentissima carità: a’