Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/240

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24o con amore e col santo timore di Dio. Sapete clie colui che non ama il suo Creatore d’amore figliale, non può participare il sàngue; evvi bisogno dunque d’amare.

II. 0 padre carissimo, quale è quel cuore che sia tanto induralo e ostinato, che se egli ragguarda l’affetto e l’amore che gli porta la divina bontà, non si dissolva? Amate, amate; guardate che prima fusti amato, che voi non,amasti; perocché ragguardando Dio in sé medesimo innamorossi della bellezza della sua creatura mosso dal fuoco dell’ineslmabile sua carità solo per questo fine, perchè ella avesse vita eterna e godesse quel bene infinito che Dio godeva in sè medesimo.

O amore inestimabile, bene hai dimostrato questo amore; che perdendo l’uomo la grazia per lo peccato mortale, per la disobbedienzia che commise contra le, Signor mio, ne fu privato. Or ragguardate, padre, cbe modo ha.tenuto la clemenzia dello Spirito Santo a restituire là grazia nell’uomo. Vedete che la somma altezza di Dio ha presa la servitù della, nostra umanità in tanta bassezza ed umiltà profonda, che debba confondere ogni nostra superbia. \ ergogninsi li stolli figliuoli di „Adam. Che si può più vedere, che vedere Dio umiliato-all* uomo ? nè più, nè meno, come se l’uomo avesse a tenere Dio, e non Dio l’uoiuo; conciossiacosaché 1’ uomo non è in sè medesimo; ciò che egli ha si ha da Dio per grazia e non per debito; e però non’sarà veruno che cognosca sè medesimo,.

eli’egli offenda Dio mortalmente mai, o caggia in superbia o per stato, o grandezza, o signoria: s’egli signoreggiasse tutto il mondo reputasi niente, che così è soggetto alla morte egli come una vilissima creatura:’e così trapassano le stolte delizie del mondo e vengono meno in lui come iu ini altro, e iioti le può tenere, che vita e sanità ed ogni cosa creata "non passi come il vento. Adunque per veruna signoria che abbiamo in questo mondo, ci poliamo, reputare signori. Non sorche signoria posàa essere quelli che mi può esser, tolta, e non sta nella mia libertà.