Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/286

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28(5 zione, e di dannivi in cibo, e dare a me la morte per rendervi la vita. Or questa dunque è la pasqua desiderata da lui, e però ha letizia e gode, e fa festa in sè, cioè perchè si deve adempire il suo desiderio, il quale tanto aveva desiderato, ed in segno che ne sente letizia dice Pasqua (B).

,11. E poi lascia a loro la pace e l’unione, e che si debbano amare insieme, e questo lascia per testamento e per segno, cioè, che a questo segno sono cognoseiuti i figliuoli ed i veri discepoli di Cristo; dico cbe questo vero padre cel dà per testamento.

Noi dunque figliuoli non dobbiamo renunziare al testamento del padre, però che chi renuuzia non debba avere l’eredità.

III. E però dunque io desidero con grandissimo desiderio di vedervi figlinoli veri, e non ribelli al padre vostro, e non renunziatori al testamento della pace, ma adempitori d’essa pace, legati ed uniti nel legame e nello amore deH’ardentissima carità. E stando in questa dilezione egli vi darà sè medesimo in cibo, e riceverete il frutto del sangue del figliuolo di Dio; per Io cui mezzo riceviamo l’eredità di vita eterna, perocché innanzi che il sangue fosse sparto, vita eterna era serrata, e niuno poteva andare al fine suo, il quale fine è Dio, e però era creato 1’ uomo. Ma perchè ’’uomo non era stato al giogo dell’obbedienzia, ma fu inobbediente e ribollo al comandamento suo, però venne la morte neiruomo. xMosso Dio dunque dal fuoco della sua divina carità, donocci il verbo dell’ unigenito suo Figliuolo, il quale per l’obbedienzia del Padre suo ci diè il sangue con tanto fuoco d’amore; in tanto cbe ogni cuore superbo ed ignorante si doverebbe vergognare non rieognosceudo tanto smisurato beneficio. 11 sangue dimq.fie ci è fatto bagno a lavare le nostre inflrmrtadi, e gli chiovi ci sono fatte chiave, perocché hanno disserrala la porta del cielo. Dunque, figliuoli e fratelli miei, io non voglio che siale ingrati, nè sooguoseenli a tanto ineffabile