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288 , cuore vel dico) voi sete caduli nella morie e in odio e in dispiacere di Dio, e peggio non polele avere.-che esser privati della grazia sua; poco ci varrebbe la potenzia umana, se non ci fussi la divina. Oimè, che in vano s’affadiga colui che guarda la città, se Dio non la guarda. Se Dio dunque ha fatla guerra con voi per la ingiuria che avete fatta al padre nostro e vicario suo, sete, dico, indebitili perdendo l’adiutorio suo.
Poniamo’, che molti sono quelli che non si credono per questo offendere Dio, ma pare a loro fare sacrificio a lui, perseguitando la Chiesa ed i pastori suoi, e difendendosi dicendo: e sono cattivi e fanno.ogni male.: ed io vi dico, che Dio vuole ed ha comandato così, che eziandio se e pastori e Cristo in terra fussero dimonj incarnati, non tanto che buono e beni* gno padre, e’ ci conviene esser sudditi e obbedienti a lui, non per loro iu quanto loro, ma per la obbedienzia di Dio- come vicario di Cristo, perocché vuole che facciamo cosi. Sapete che il figliuolo non ha mai ragione contra del padre, sia catlivo, e riceva ingiuria da lui quanta si vuole; perocché è tanto grande il beneficio del 1* essere che egli ha avuto dal padre, perchè niuna cosa li può render tanto debito. Or così pensate, che egli è lauto Tessere cd il benefìcio della grazia che trajamo del corpo mistico della santa Chiesa, che niuna riverenzia o operazione che noi facciamo o facessimo potrebbe esser sulììeicul
a render questo debito. Oimè, oimè, figliuoli miei, piangendo vel dico, e ve ne prego, e costringo da parte di Cristo crocifìsso, che vi riconciliate e facciale pace con lui, o non state più in guerra, e non aspettate che l’ira di Dio venga sopra di voi; perocché io vi dico che questa ingiuria egli la reputa fatta a sè, e così vogliale dunque ricoverare sollo l’ale dell amore e del timore di Dio, umiliandovi, e volendo cercare la pace e Tunione col padre vostro. Aprile, aprile l’occhio del coguoscimeulo, e non andate in tanta cecità, perocché noi non siamo Giudei, uè Saraceni,