Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/36

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36 Annotazioni alla Lettera 150.

  • / (A) Nelle antiche impressioni due eranole lettere indiritte a questo monistero,-cioè la 160 e la i)3,col titolo: Alle dhote ed oneste donne, ec. Ma, non essendo questa seconda che un brano dell’altra, s’e qui omessa. Que’sto che al presente è monistero ii sagre Vergini, fu istituito singolarmente a beneficio di donne vedove bramose di trarsi fuori del mondo, e tutte darsi al divino servizio; onde avvegnaché per le memorie che se ne hanno, tre sóle di queste state ve ne sieno, non possono però queste esserne escluse, facendone richiesta.’Fu fondato il monistero da suor Camilla Pannocchiescbi de’ conti d’Elci, di famiglia illustre e di molta potenza nello stato diSiena Panno i3a8 sotto la regola di sant1 Agostino della Congregazione di Lecceto.

(8) Suore carissime. Può questa voce di suore prendersi sì in significato di sorelle giusta 1’usanza antica, sì per titolo dato a religiose; giacché come dalla voce latina frater si forme la italiana fratello, da cui nacque quella di frate, che, se davasi anticamente a ciascheduno in luogo di fratello, ora è rimaso unicamente a’ religiosi d’alcuni Ordini regolari; così dalla parola latina soror, ne nacque quella di sorella, e di suora; che, se oggi sembra ristretta a dinotare le religiose d’alcuni Ordini quasi in segno che tutte tra di loro debbono essere come sorelle, anticamente s’usava di pari con tutte dicendole suore e sorelle senza risguardo veruno. La santa usò di ordinario scrivere suoro in luogo di suora, e di suore ancora nel numero del più, siccome ciò si trova nelle lettere del beato Giovanni Colombini alle monache di s. Abondio, e che scrisse pochi anni addietro a santa Caterina.

(C) E voi singolarmente, madonna. La voce madonna qui suona 10 stesso che signora, volendo la santa con tal titolo di riverenza distinguere la superiora dalle altre., (D) Ed io ho trovata di nuovo una luce bellissima, ed è quella dolce vergine Lucia rornnna. Non essendo sì note le geste di questa santa vergine Lu« ia, dacché il primo a pubblicarle, per quanto m» credo, fu Pietro de Natalibus, che visse uel secolo stesso che la santa, non è gran fatto, che non pi’ima ne avesse ella notizia, o perciò scrivesse d’avere di nuovo trovata una luce bellissima. Di questa il sopra citato autore sì ne favella: «Fu romaua di patria, ed ancora giovine fu menata in servi(ù da uu re barbaro per nome Anecra. Questi, avendo tentato di farle insulto nella pudicizia, e veggendosi dalla santa vergine generosamente rigettato, non pur si ritrasse dal recarle molestia, che anzi indotto per essa ad abbracciare la cattolica religione volle tenerle compagnia abbandonando 11 reame, e portandosi a Roma; ove aiucudu

cou altri avventurati