Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/54

Da Wikisource.
54

sangue fu sparlo con ardentissimo fuoco d’ amore. O glorioso e prezioso sangue, tu se* fatto a noi bagno e unguento posto sopra le ferite nostre; veramenle, figliuola rinategli è bagno, che nel bagno tu trovi il caldo e l’acqua ed il luogo dove egli sta: così ti dico, che in questo glorioso bagno tu ci trovi il caldo della divina carità, che per amore l’ha dato, trovi il luogo, cioè Dio eterno, dove è il Verbo, ed era nel principio!

trovi l’acqua nel sangue, cioè, che del sangue esce 1’ acqua della grazia, ed evvi il muro che vela 1’ occhio. 0 inestimabile dolcissima carila, che tu hai preso il murò della nostra umanità, la quale ha ricoperto la somma ed eterna, ed alta deità Dio ed uomo, ed ’è tanto perfetta questa unione, che nè per morte, nè per veruna cosa si può separare; e però si trova tanto diletto, e refrigerio, e consolazione nel sàngue, che nel sangue si trova il fuòco della divina carità, e la virtù della somma, alla ed eterna deità. Sai, che per virtù della divina essenzia vale il sangue dell’ Agnello!

sappi, che se fusse stato puro uomo senza Dio, non valeva il sangue; ma per l’unione che fece Dio nell’uomo, accettò il sacrifizio del sangue suo.

II. Bene è adunque glorioso questo sangue; è uno unguento odorifero che spegnò la puzza della nostra iniquità: egli è uno lume che tolle la tenebre, e non tanto la tenebre grossa di fuora del peccato,mortale, ma la tenebre della disordinala confusione che viene spesse volle nell’ anima ’ sollo colore e specie d’ una stolta umilità: la confusióne intende, quando le cogitazioni vengono nel cuore, dicendo: cosa che tu facci non è piacevole, nò accetta a Dio: lu se’in stato di dannazione. A mano, a mano, poiché egli ha data là confusione, l’infonde, e mostrali la via colorata col colore dell1 umilità, dicendo: vedi, che per li tuoi peccati non se’degna di molte grazie e doni; e così si ritrae spesse volte d.illa comunione, e dall’alln doni ed esercizj spirituali. Questo si è l’inganno e la tenebre che il dimonio fu: dico, cli

se tu o a cui lue-