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i più intimi andamenti, e avendone sempre fatto diligente annotazione, ebbi campo di persuadermi che tutte le sue difficoltà derivano da un errore di principio, assai facile a correggersi; tolto il quale, le forze naturali della cosa sono tali e tante, che non potrebbe non giungere ad esito pronto e felice.

Alcune cose sull’aggio e sui banchieri.

Molti si mostrano contrarj a tutte queste imprese, perchè vi vedono dominare il gioco di Borsa. Ma in qual altro modo migliaja di privati, dispersi in più città, si potrebbero far concorrere quasi d’improvviso coll’opinione, colla volontà e col denaro in opere che richiedono enormi tesori? Ciò non è possibile, se non per mezzo appunto di quella instituzione che chiamasi la Borsa. Quando un progetto venga abbracciato da un banchiere che sia conosciuto per viste sagaci, gli altri accorrono alla sua chiamata; i men potenti e avveduti seguono l’onda; l’ammasso delle azioni si dirama in un numero sempre maggiore di trafficanti, mossi tutti dalla speranza di rivendere a più caro prezzo che non avranno comprato. È lo stesso che avviene d’ogni altra merce, la quale, comprata in monte nei porti marittimi, si suddivide gradatamente sui minori mercati,e passando da mano a mano, giunge in ogni luogo abitato e in ogni trivio, a portata delle famiglie consumatrici. Intanto che le azioni industriali sono in mano dei banchieri, sono merce in negozio; devono far viaggio, e giungere finalmente in mano a quelli che vogliono porre a frutto gli adunati risparmj, ben pochi essendo i banchieri a cui convenga conservarle, come stabile investimento d’una fortuna che dall’industria mercantile già si volga al riposo.

Cosi divise tra più famiglie, e suddivise in più rate a convenevoli distanze di tempo, le azioni assorbono, come minute radici, il capitale che si viene lentamente adunando dalla quotidiana economia nei più riposti recessi del civile consorzio. L’operazione, che per tal modo si compie all’ombra della fiducia mercantile, è così mirabile che gli idioti stupefatti la chiamano la creazione dei capitali, la magía del credito. Per essa da piccole e oscure sorgenti scaturiscono enormi valori, che, consolidati nelle utili