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imprese, costituiscono un nuovo fondo produttivo. Quel paese è più ricco sul quale si consolida in opere utili una maggior massa di capitali; e quello è il più povero le cui lande giaciono ancora nude, o solo vestite dei selvaggi doni della natura.

Fin qui nulla v’è a ridire. Se chi compra le azioni in monte, guadagna un aggio sulla rivendita, egli fa ciò che farebbe l’incettatore di qualsiasi altra merce. E questo uno dei più necessarj servigi commerciali; è quasi una grandiosa senseria, senza cui non potrebbero esservi le opere, perchè non potrebbe confluirvi dalle sparse sue sedi il necessario capitale.

Il male comincia quando tra le migliaja d’imprese, che possono tornare opportune ai luoghi e fruttifere agli imprenditori, la speculazione bancaria, per leggerezza, o per poca cognizione, o per poca lealtà, trasceglie ed esalta opere sterili o illusorie, che non darebbero frutto al capitale, oppure non potrebbero per modo alcuno ridursi a compimento. Allora l’aggio, carpito dal rivenditore, è veramente un furto alla credula cittadinanza, mentre il capital commune si sciupa e si disvia dalle cose migliori, e ad una fiducia animatrice succede tosto una mortifera diffidenza. Tali erano le famose, azioni del Mississipi nello scorso secolo; e tali, non ha molt’anni, furono le azioni di tante miniere americane, e di molte strade ferrate, che si dovevano condurre attraverso a regioni inculte, a servigio di popolazioni non ancora nate. La stessa inscienza e la stessa slealtà può mostrarsi nell’apprezzare oltre misura il frutto, che si attende dall’opera proposta, per accrescere l’aggio del rivenditore a danno finale di chi compra con soverchie speranze. Finalmente anche quando un’impresa è per sè buona, e la sua probabile utilità venne debitamente apprezzata, ella può sortir tristo fine per imperizia delle mani deputate a governarla. E allora non solo soffre danno il privato, che destinò a quell’investimento il suo denaro, ma il banchiere stesso, qualora non giungendo in tempo a scaricare sugli altri la sua provista, venga costretto ad anticipare grossi versamenti a tenue frutto.

Questo pericolo è assai frequente; e lo è tanto più in quanto i banchieri, diffidando di chi non è della professione loro, amano riservarsi il diritto di governare essi