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da milano a venezia 103

golare riforma; ma frattanto si osservino con tutto rigore. Sì elegga adunque dal congresso la direzione; poiché dei presenti direttori due soli hanno qualche apparenza d’essere eletti a rigore di legge, e due soli non possono legalmente contrarre. Si richiami e si cassi il contratto illegale coll’ingegnere. Si costituisca il corpo tecnico a modo dei publici officj, e con regolamento stabile e stampato.

Notiamo alcuni punti sui quali ad ogni caso e senza tardare il corso delle operazioni, potrebbe cadere la riforma degli statuti:

1.° Si dovrebbe restituire un’unica amministrazione di pochissime persone, direttamente risponsabili, le quali si conformeranno d’anno in anno, se lo avranno meritato; e dovranno astenersi da ogni altro impegno d’affari, e sopratutto da ogni proprietà nelle azioni, e da qualsiasi diretto o indiretto interesse di Borsa. Esse esporranno al congresso il prospetto dei lavori che intendono fare nell’annata, e dei fondi che vi si richiedono, affinché le chiamate non riescano improvise, e l’azionista possa fare i suoi conti in tempo. Al successivo congresso renderanno poi conto di ciò che avranno fatto o non fatto; e così d’anno in anno. Per la prima volta presenteranno un prospetto generale di tutta l’impresa, con una distribuzione ragionata e calcolata sulla massima utilità finale.

2.° I direttori o in sostanza i vigilanti, come interessati e a nome degli interessati, avranno libera ispezione sopra le carte, i registri, e gli atti degli amministratori; ma non potranno ingerirsi nel diretto comando. Nei gravi casi di pregiudizio sociale potranno convocare un congresso straordinario, sospendere le operazioni, e dovranno essere scelti fra i cento maggiori azionisti. Al presente ogni direttore colle sue cinquanta azioni obligate rappresenta un solo millesimo dell’interesse sociale, e tutta la direzione rappresenta l’uno per cento. I direttori sono in genere persone aggravate dai proprj affari, legate a consueto domicilio in diversi luoghi, prive di cognizioni speciali, appartenenti ad una classe che men di tutte abbonda di studi superflui, non interessate abbastanza nella stabile proprietà delle azioni, troppo partecipi agli eventi di Borsa; e sopratutto sono in troppo numero; e non ricevono alcun compenso, per cui possano dimenticare i proprj interessi. Quindi