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II
E SPESSO questo mio segreto affetto
D’amica, di sorella esule e stanca,
Mi porta intorno a ’l suo tranquillo tetto
Cui mattutino il sol bacia ed imbianca.
Ch’ella s’affacci su ’l balcone aspetto,
Fra convolvoli e rose a destra e a manca;
Mentre lavora a qualche suo merletto,
E suona la sua voce ilare e franca.
Aspetto, aspetto, non so dir che cosa:
Un cenno, un riso che m’allieti il core,
Un tralcio di convolvoli, una rosa.
Ma no. Da lei vo’ sol ch’ella mi guardi;
E pietà mi faran, più che dolore,
Le offese de gl’inetti e de’ codardi.