Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/278

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in ogni parola, in ogni sorriso, e che attira inconsapevolmente gli sguardi ed avvince gli animi di chicchessia. La beltà senza la grazia è mi amo senza l’esca, dice il proverbio.

Quinzia è formosa, non pulchra, anzi, neppur venusta. Formositas è la proporzione; venustas la leggiadrìa esteriore; pulchritudo è il soffio dell’anima, il sentimento che si manifesta armoniosamente nella proporzione delle membra e nella grazia del portamento; è la parola e la vita della bellezza.

La statua di Pigmalione era formosa; diventò pulchra quando l’artista le spirò l’anima sua.



IV.


Pag. 162.          Vivamus, mea Lesbia, atque amemus.

Adotta la massima degli Epicurei, che tutta la vita ponevano nel difetto di cure e nella pienezza della voluttà. Onde Cicerone (De nat. Deor., I), riportando le parole d’Epicuro, scriveva: Nos autem beatam vitam et in animi securitate et in omni vacatione munerum ponimus.

Ma qual beatitudine senza l’amore?

Miserum est neque amori dare ludum,
Neque dulci mala vino lavere.

E qual voluttà più grande dell’amore? Voluptates