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Pagina:Cenni storico-bibliografici della R. Biblioteca nazionale di Firenze.djvu/11

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na, e che in questa si trasferissero i libri e i manoscritti delle tre accademie. Nè qui si limitarono i benefizi del Principe; il quale avuta in sua mano la celebre raccolta Strozziana, ne divise i tesori tra le librerie della città e l’archivio delle Riformagioni: assegnandone ben larga parte alla nostra. Per valutarne la importanza conviene sapere che il senatore Carlo Strozzi, raccoglitore della insigne collezione, dolente di vedere giornalmente distrutti o mandati all’estero, sia per ignoranza oppure per venalità, libri e documenti preziosi, avea impetrato dal granduca Ferdinando II un decreto, col quale si proibiva di vendere libri antichi, manoscritti o pergamene senza il consenso di una commissione, di cui lo Strozzi faceva parte, colla prelazione a lui per l’acquisto; col qual mezzo potè raccogliere tal quantità di cose preziose, da costituire la sua raccolta una delle più insigni d’Italia.

Grande incremento ebbe la nostra biblioteca per la soppressione delle corporazioni religiose voluta dal governo francese nel 1808;