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cammino, ed i suoi successori, trattenuti dalle maggiori cure che da quel tempo in poi tengono occupato il bibliotecario, non hanno potuto continuarlo, e si sono limitati a proseguirlo per i manoscritti di nuovo acquisto.
Per la Palatina vi ha un indice sommario, rapidamente e per urgenza compilato dopoché quella biblioteca fu unita alla nostra, ed a cui non oserei di dare il nome di catalogo: e vi si comprendono ancora i codici e i manoscritti acquistati dai granduchi per impinguare la loro collezione, e così di ben 3mila volumi. Ma al difetto del catalogo, a cui sarà riparato non appena lo si possa, supplisce, in piccola parte invero, una dotta illustrazione di 451 codici spettanti alle classi Religione e Letteratura, che il Cav. Francesco Palermo, già benemerito bibliotecario della medesima, ha pubblicato in tre grossi volumi in quarto. Proveniente pure dalla Palatina è il catalogo analitico di oltre 300 codici incirca che formano la preziosa collezione degli autografi del Galileo e degli scienziati della sua scuola; manoscritti che Leopoldo II comperò