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laonde mi limito a dire che oltre una numerosa collezione di portulani e di carte geografiche che rimonta al secolo XVI, oltre una ricchissima collezione di stampe, comprendenti, colle incisioni di Andrea Mantegna e di Alberto Duro, una serie infinita di ritratti, costumi, feste, processioni e apparati: vi ha tutto quanto di raro e di prezioso è stato pubblicato in questo secolo in fatto di scienze, di arti e di archeologia, specialmente le opere tutte di molto costo; essendo persuaso il Principe (ed è dovere di rammentarlo con lode) che in una biblioteca qual’era la sua dovesse figurare principalmente quel che non poteva comprare un privato.
E dirò, concludendo intorno a questa materia, che circa a 20mila ascendono i libri rari, ed a 15mila gli opuscoli di molta rarità e di gran pregio: fra i quali merita distinta menzione la collezione di opuscoli riflettenti l’archeologia, la storia e la filologia messa insieme dal Millinger, e che si compone di 5mila libretti.