Pagina:Cennini - Il libro dell'arte, 1859.djvu/147

Da Wikisource.

di cennino cennini. 107



Capitolo CLIV.

Del vernicare.


A me pare avere detto assai del modo del colorire in muro, in fresco, in secco, e in tavola. Mo sopperremo1 al modo del colorire, e mettere d’oro, e miniare in carta. Ma prima voglio che vediamo il modo del vernicare in tavola o vero ancona, e qualunque altro lavorío si fusse, fuori che in muro.


Capitolo CLV.

Del tempo e del modo di vernicare le tavole.


Sappi che ’l più bello e migliore vernicare che sia, si è che quanto più indugi dopo il colorire della tavola, tanto è migliore. E dico: bene indugiando parecchi anni, e per lo meno uno, e più ti riesce fresco il tuo lavoro. La ragione: il colorire per natura ha quella condizione che ha l’oro, che non vuole per compagnia d’altri metalli; e per costante hanno i colori, che, quando sono insieme con le loro tempere, non vogliono altro mescuglio d’altre tempere.

La vernice è un licore forte, ed è dimostrativo, e vuole in tutto essere ubbidito, e annulla ogni altra tempera. E di subito, come la distendi sopra il tuo lavoro, di subito ogni colore perde di sua forza, e conviengli ubbidire alla vernice, e non ha mai più possanza d’andarsi ricreando con la sua tempera. Ond’egli è

  1. Così il Laurenziano. Il Riccardiano, si perverrà; la stampa romana, suppliremo; ammodernando l’antico sopperire; da cui il sopperremo del testo.