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106 trattato della pittura



Capitolo CLIII.

Il modo di fare un altro mordente coll’aglio; e dove sia meglio adoperarlo.


È un altro mordente, il quale si fa per questo modo. Togli agli mondi, in quantità di due o tre scodelle o una; pestagli in mortaio, strucali con pezza lina due o tre volte. Piglia questo sugo, e tria con esso un poco di biacca e di bolo, sottile quanto più puoi al mondo. Poi l’asuna; mettilo in un vasello, cuoprilo e conservalo: chè quanto più è vecchio e antico, tanto più è migliore. Non torre aglietti nè agli giovani; togli d’un mezzo tempo. E quando vuoi adoperare del detto mordente, mettine un poco in un vasellino invetriato, e con poca d’orina, e rimena con un fuscellino bellamente tanto, a tuo modo, ch’al detto tuo pennello corra da poterlo abilmente lavorare. E per lo sopraddetto modo, passando mezza ora, il puoi mettere d’oro per lo modo sopraddetto. E questo mordente ha questa natura, che ’l ti aspetta di mettere d’oro mezza ora, un’ora, un dì, una settimana, un mese, un anno, e quanto vuoi. Tiello pur bene coperto, e guardalo dalla polvere. Questo cotal mordente non si difenderebbe nè da acqua nè da umido: ma in chiese, e dove fusse coperto e mura di mattoni; ma la sua natura è in tavola e in ferro, o dove fusse cosa che si avessi a vernicare con vernice liquida. E questi modi di queste due generazioni mordenti ti bastino.