Pagina:Cennini - Il libro dell'arte, 1859.djvu/163

Da Wikisource.

di cennino cennini. 123

un colore el quale si fa di limatura di rame ben macinato; e con questo colore tu con pennelletto di vaio, di punta vai ritrovando a pezzo a pezzo le tue ombre, concordando l’andare delle pieghe e dell’altre cose della figura, di pezzo in pezzo di vetro, sì come el maestro ha tagliato e commesso; e di questo cotal colore tu puoi universalmente aombrare ogni vetro. Poi il maestro, innanzi che leghi insieme l’un pezzo coll’altro, secondo loro usanza, il cuoce temperatamente in casse di ferro con suo cendere, e poi li lega insieme. Tu puoi lavorare sopra i detti vetri drappi di seta, vitigare e palliare e far lettere, ciò è campeggiando del detto colore, e poi grattare, sì come fai in tavola. Hai un vantaggio: che non ti bisogna dare altro campo, chè trovi vetro d’ogni colore. E se t’avvenissi avere a fare figurette piccole, o arme o divise sì piccole, che i vetri non si potesser tagliare; aombrato che hai col predetto colore, tu puoi colorire alcuni vestimenti, e tratteggiare di colore ad olio: e questo non fa luogo ricuocere, nè non si vuol fare, perchè non faresti niente. Lascialo pur seccare al sole, come a lui piace.


Capitolo CLXXII.

Come si lavora in opera musaica per adornamento di reliquie; e del musaico di bucciuoli di penna, e di gusci d’uovo.


Una altra maniera è da lavorare in vetro vaga, gentile e pellegrina quanto più dir si può, la quale è un membro di gran devozione per adornamento d’orliquie sante, e vuole avere in sè fermo e pronto disegno; la quale maniera si lavora per questo modo, cioè. Togli un pezzo di vetro bianco che non verdeggi, ben netto senza vesciche, e lavalo con lisciva e con carboni,