Pagina:Cesare Balbo - Delle speranze d'Italia.djvu/27

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dedica seconda xxi

giunse la prima volta all’orlo della terra a lui promessa, molti furono che vollero contro ai divini cenni immediatamente progredirete molti, che spaventati degli stranieri occupatori di quella terra vollero all’incontro indietreggiare. E i primi, acceleratori de’ disegni di Dio, furono puniti da Lui colla sconfitta; Dio parve unirsi ai proprii nemici. Ma contro ai dubitatori di sua Onnipotenza e Provvidenza, Dio si rivolse in modo speciale, e se sia lecito esprimerci così, inventò allora questo modo, consueto poi, di rinnovar le generazioni. «Vivo Io», diceva divinamente eloquente il Signore: «Vivo Io, e della gloria Mia si empierà tutta la terra. Ma tutti costoro che videro la mia maestà, e i segni ch’io diedi in Egitto e nella solitudine; e tentarono me già dieci volle, e non obbedirono alla voce mia; non vedranno la terra per cui giurai a’ padri loro, nè la vedrà nessuno di coloro che da me detrasse...... In questa solitudine giaceranno i cadaveri vostri; di tutti voi quanti siete di venti anni e sopra, e mormoraste contra me..... I vostri pargoli, di cui diceste che sarebbon preda de’ nemici, questi introdurrò io, affinchè veggano la terra che a voi dispiacque. I cadaveri vostri giaceranno nella solitudine1». — Che più? Mosè il Duce del popolo,

  1. Num. XIV, 21-32.