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Battisti: Gli alpini 11

desto potea farsi nelle città, nei maggiori centri abitati.

Giacchè la caratteristica essenziale dei paesi alpini è l’isolamento, terribile specialmente d’inverno.

Noi conosciamo la montagna d’estate, quando in mezzo ad essa sorgono cittadine avventizie e si improvvisano centri di vita, lì, ove nell’inverno è squallore e morte. Non conosciamo invece, o ben scarsamente e raramente, la montagna ove si vive senza giornali, con pochi libri, senza circoli, senza ritrovi, senza caffè, dove il ritmo della vita pubblica pulsa lento, lento. Non conosciamo la montagna che si avvolge nel sonno letargico, dove la vita si limita alla patriarcale raccolta di tre o quattro generazioni di una famiglia attorno al focolare, e non si hanno altre notizie da commentare all’infuori di quelle fredde e scolorite che il prete annuncia dal pulpito, o di tanto in tanto comunica il maestro o il medico.

I reduci dalle terre straniere, gli alpini che attendevan nei paeselli natii la chiamata alle armi, nulla seppero del fervor di vita che dal marzo al maggio decorso