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Battisti: Gli alpini 13

quale i criteri, i sistemi della guerra moderna si alternavano, si confondevano con quelli dell’antica. Dovean saper fare la guerra garibaldina con la marcia veloce, fulminea; e la guerra giapponese col preparare l’insidia della trincea, del reticolato, col vincere la trincea, il reticolato, la ridotta nemica.

Quel che essi riuscirono a fare nell’ultima settimana del maggio decise delle sorti della guerra in tutta la regione alpina, nel Trentino, come in Carnia, come nell’Alto Isonzo.

Il generalissimo annunciava col suo stile serrato che ovunque dallo Stelvio al mare la nostra avanzata, oltre la frontiera, era avvenuta.

Il che voleva dire che eravamo riusciti a imporre noi all’avversario il luogo e il modo del combattimento.

Ovunque, dopo il primo urto; dopo la prima corsa, ci trovammo alla meta che il Comando Supremo s’era prefissa. Ci trovammo sulle creste dei monti in posizione dominante, occupando tutti i valichi e penetrando su essi verso la zona nemica. Furono corrette già col primo fulmineo