Pagina:Cesare Guasti - Il sacco di Prato.djvu/14

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parere (e aveva l’aspetto di ragionevole) che il Vicerè non volesse perder tempo e soldati in combatter le terre, ma venire diritto a Firenze per mutarvi lo stato e prendervi i fiorini di che aveva estremo bisogno; mostrandolo ancora quel non essersi curato nè di Firenzuola nè di Barberino. Nacque allora il terzo consiglio, di ridurre il grosso delle forze a Firenze, e tener Prato con appena duemila uomini.

Ma il Capitano della Lega, che era don Raimondo da Gardena vicerè di Napoli, come fu sceso per Valdimarina sulla strada che da Firenze costeggiando il monte conduce a Prato, invece di piegare a sinistra, cacciò quella gente affamata e feroce sulla misera Terra; pensando non tanto alla facilità di prenderla con le armi che contro a Firenze sarebbero state troppo deboli, quanto all’effetto che la caduta di Prato produrrebbe sull’ani-