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Il cattivo funzionamento dell’arte 219

i Monet, i Puvis de Chavannes, i Burne-Jones, i Boecklìn e gli Stück; nella musica i Wagner, i Liszt e i Riccardo Strauss; ma l’arte vera, non dico la più elevata, ma persino la più semplice, essi sono assolutamente incapaci di capirla.

E ne risulta che nelle nostre classi superiori, private così della facoltà di subire il contagio delle opere d’arte, gli uomini crescono, sono allevati e vivono senza subire l’azione dell’arte atta a raddolcire e migliorare; e da ciò viene quest’altro risultato fatale che non solo essi non si avviano verso il bene e verso la perfezione, ma al contrario, con tutto lo sviluppo della loro pretesa civiltà, diventano sempre più selvaggi, più grossolani e più induriti di cuore.


Tale è la conseguenza del mancare nella nostra società quella funzione che deve esser compiuta dall’arte, come organo indispensabile. Ma le conseguenze che derivano dal cattivo funzionare di quest’organo sono ancora più funeste; e sono molte.

La prima di codeste conseguenze salta agli occhi. È l’enorme consumo di lavoro umano per opere non solo inutili, ma spesso anche dannose, un consumo di lavoro e di vite senza