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alcun vantaggio che lo compensi. Si freme al pensiero di tutte le fatiche e di tutte le privazioni che sopportano milioni d’uomini al solo scopo di stampare per dodici e anche quattordici ore al giorno dei libri così detti artistici, che non servono ad altro che a diffondere la depravazione tra gli uomini, o ancora allo scopo di diffondere codesta depravazione per mezzo dei teatri, dei concerti, delle esposizioni. Ma ciò che è ancora più spaventevole è di pensare che dei bambini belli, pieni di vita, dotati per il bene, sono sacrificati all’uscir dalla culla gli uni a sonare delle scale per sei, otto, dieci ore al giorno, gli altri a ballare in punta di piedi, altri a solfeggiare, altri a disegnare sull’antico, sul nudo, oppure a scrivere delle frasi vuote di senso secondo le regole d’una certa rettorica. D’anno in anno i disgraziati vanno perdendo, per questi esercizi funesti, tutte le loro forze fisiche e intellettuali, tutta la loro attitudine a intendere la vita. Si parla molto dell’orribile e lamentevole spettacolo che consìste nel vedere dei piccoli acrobati che si fanno passare le gambe dietro la nuca; ma non è uno spettacolo ancora più sinistro quello di vedere dei bambini di dieci anni che dànno dei concerti, e sopratutto di vedere dei collegìali di