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[326-328] Costanza, fermezza, perseveranza 91

326.   ....il sonno che sovente,
Anzi che ’l fatto sia, sa le novelle.







§ 21.



Costanza, fermezza, perseveranza





La più semplice impresa che possa adottare un uomo fermo nei suoi voleri, è il

327.   Non commovebitur.1

ch’era la epigrafe del famoso giornale ultramontano La Voce della Verità (i liberali solevano invece chiamarlo L’Urlo della Menzogna) pubblicato in Modena dal 5 luglio 1831 in avanti. Il motto era tolto da una medaglia fatta coniare a Vienna (incisa da Lang) dalla Corte di Absburgo a onorare la fermezza del duca Francesco IV nella sua fedeltà all’Austria, e divenne il motto del partito duchista. Era certamente una reminiscenza biblica, ma molti sono i luoghi delle Sacre Carte, come ben s’intende, dove sono ripetute queste due parole, per es. il Salmo XLV, vers. 6: Deus in medio eius non commovebitur, e il Salmo CXI, vers. 6: Quia in æternum non commovebitur.

Qual migliore pittura dell’uomo che ha adottato tale impresa a guida delle azioni sue, che la strofa oraziana:

328.   Justum et tenacem propositi virum,
Non civium ardor prava jubentium,
Non vultus instantis tyranni
               Mente quatit solida.2


  1. 327.   Non si commoverà.
  2. 328.   L’uomo giusto e tenace di propositi non riusciranno a smuovere dal suo fermo pensiero nè il malo furore di prepotenti cittadini nè il fiero viso di minaccioso tiranno.