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xii A chi legge

E mi risparmierò anche di citare i non molti libri italiani, congeneri al mio, ma tutti ad esso posteriori, che del resto non mi sono stati di utilità nessuna. Qualcuno invece si è valso del mio senza discrezione, attingendovi a piene mani, ma dimenticandosi di citarlo, come se nemmeno lo conoscesse: ma non vale la pena di trattenersi su queste miserie.



A meglio chiarire il concetto direttivo di questo lavoro non sarà inutile insistere sul fatto che esso è una raccolta di citazioni storiche e letterarie, vale a dire di frasi delle quali è possibile di rintracciare l’origine nei detti e nei fatti di qualche personaggio storico, nelle opere di qualche scrittore antico o moderno. Non è una raccolta paremiologica, quindi non è il caso di cercarvi sentenze proverbiali nè italiane nè latine nè d’altre lingue. Qualcuno vorrebbe trovarci senz’altro tutte le sentenze latine che infiorano i nostri discorsi, senza fermarsi a considerare se tutte entrino nel quadro del libro, o non siano adagi o ditterî, sia di origine classica, sia nati nelle scuole medievali. Ma non li registra il Büchmann nè altro degli autori che ho scelti a modello: come ragionevolmente non posso citarli io. Questo, ad esempio, risponderò ad un cortese critico, il quale mi osservava che avevo dimenticato la frase De gusti-