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[435-439] Esperienza 129

435.   Vita brevis, ars longa, occasio praæceps, experimentum periculosum, judicium difficile.1

(Ippocrate, loc. cit.).

L’esperienza ci ammaestra anche a non meravigliarci di nulla,

436.   Nil admirari.2

(Orazio, Epistolæ, lib. I, epist. 6, v. 1).

poichè:

437.   Nihil sub sole novum.3

L’eterno ricorso dei fatti e delle cose è pure accennato in due versi celebri di Heine:

438.   Es ist eine alte Geschichte,
Doch bleibt sie immer neu.4

che fanno parte della poesia Ein Jüngling liebt ein Mädchen, stampata anche nel Lyrisches Intermezzo.

Così si fugge il pericolo di diventare troppo ciechi ammiratori del presente, eccesso biasimevole al pari del suo contrario: in verità non c’è persona più fastidiosa dell’eterno.

439.   Laudator temporis acti.5

(Orazio, Arte poetica, v. 173).

Ma il lodare i tempi antichi e il far lamentele sulla corruzione, sulla decadenza dei moderni non è cosa d’oggi, e neppure dei tempi di Orazio. Il celebre papiro Prisse, di data incerta, forse del xx secolo avanti l’Era Volgare, o su quel torno, ma con sicurezza anteriore di molti secoli a Mosè, e anche all’epoca cui si assegna comunemente la vita di Abramo, e che può dirsi perciò con ogni


  1. 435.   La vita è breve, l’arte è lunga, l’occasione fuggevole, lo sperimentare pericoloso, il giudicare difficile.
  2. 436.   Non meravigliarsi di nulla.
  3. 437.   Nulla è nuovo sotto il sole.
  4. 438.   È un'antica storia che rimane sempre nuova.
  5. 439.   Lodatore del tempo passato.