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130 Chi l’ha detto? [440-442]

certezza il più antico libro che esista, contiene un trattato morale ove si rimpiangono le virtù dell’età passate!

E nell’Aminta del Tasso (a. II, sc. 2, v. 71-72) così dice Dafne a Tirsi:

440.   .... Il mondo invecchia,
E invecchiando intristisce.

e il concetto medesimo fu ripetuto dal Metastasio nel Demetrio (a. II, sc. 8):

441.   Declina il mondo, e peggiorando invecchia.

Il Leopardi ha ne’ suoi Pensieri una bellissima pagina su questo vezzo di gridare che il mondo peggiora, e fa a questo proposito delle acutissime considerazioni, riportando fra le altre cose ciò che scriveva il Magalotti sul pregiudizio di credere che le stagioni vanno ogni anno più alla rovescia, che la terra raffredda e via discorrendo.

Su questo medesimo soggetto compose un curioso libro quel bizzarro scrittore del P. Secondo Lancellotti, abate olivetano, intitolandolo: L’Hoggidì ovvero il mondo non peggiore nè più calamitoso del passato, e gl’ingegni non inferiori a’ passati (Venetia, 1623-36). La prima parte di questo libro si chiude col versetto biblico:

«Ne dicas: Quid putas causæ est quod priora tempora meliora fuere, quam nunc sunt? Stulta est enim hujuscemodi interrogatio.»

Quindi nè spregiatori dell’oggi, nè spregiatori dell’ieri: talvolta anzi sarà savio di ricercare usi e opinioni passate, e dire:

442.   Torniamo all’antico.

che fu scritto (ma non in questa forma precisa) da Giuseppe Verdi in una lettera a Francesco Florimo, bibliotecario del R. Collegio di Musica a Napoli, quando sulla fine del 1870 gli venne offerto il posto di direttore del Collegio medesimo dopo la morte di Mercadante.

Il Verdi vi espone i criteri con i quali avrebbe voluto che i giovani alunni di musica formassero la propria educazione artistica e conchiude scrivendo: «Auguro troviate un uomo dotto soprattutto e