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[657-660] | Governo, leggi, politica | 203 |
lista ha moderato assai il suo programma, Carlo Marx è stato mandato in soffitta....» e il resoconto nota a questo punto: Ilarità - Rumori - Proteste vivissime all’estrema — Applausi al centro e a destra, e registra le interruzioni dell’on. Ciccotti.
Le schiere dei tesserati del socialismo hanno anche il loro inno, il Canto dei Lavoratori, che l’on. Filippo Turati (allora semplicemente avv. Filippo Turati) pubblicò nella Farfalla del 7 marzo 1886 (anno X, n. 10) a pag. 79 e che riprodotto subito da altri periodici socialisti divenne rapidamente popolare. Di questo inno vanno qui specialmente citati, la prima strofa:
657. Su, fratelli, su compagne,
su, venite in fitta schiera;
sulla libera bandiera
splende il sol dell’avvenir.
il ritornello:
658. O vivremo del lavoro
o lottando si morrà!
cui il popolo ha fatto la variante:
O pugnando si morrà
e l’altro verso:
659. Guerra al regno della guerra!
Questo inno dei lavoratori fu musicato dal maestro Amintore Galli (vedi il Tempo di Milano del 27 aprile 1907) ed è ora l’inno ufficiale delle falangi socialiste L’immagine del
660. Sole dell’avvenire.
contenuta nella prima strofa dell’inno del Turati, pare debba attribuirsi a G. Garibaldi il quale in una lettera del 5 agosto 1873 diretta agli amici del Gazzettino Rosa in risposta ad un indirizzo inviatogli da una sezione dell’Internazionale residente in Campione, scriveva: «Miei cari amici, sì! l'Associazione internazionale dei Lavoratori è il Sole dell’avvenire» (Epistolario di G. G., raccolto ed annotato da E. E. Ximenes, vol. II, Milano. 1885, pag. 51).