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[722-723] Guerra e pace 233


Escono dal nostro soggetto, e quindi non mi ci trattengo, le polemiche sulla paternità della musica della Marsigliese, poichè, fra le altre cose, i critici tedeschi sostengono che essa è copiata di peso dal Credo della Messa Solenne num. 4, dell’organista Holtzmann di Meersburg (sul lago di Costanza), composta nel 1776. Anche altre attribuzioni sono state fatte delle quali non è il caso di fare menzione. Si consulti del resto il buon libro di Alfred Leconte, Rouget de Lisle, sa vie, ses œvres, la Marseillaise (Paris 1892), ma più specialmente l’opera che si può veramente dire definitiva sull’argomento, del dotto bibliotecario del Conservatorio Musicale di Parigi, Julien Tiersot, Histoire de la Marseillaise (Paris, Delagrave, 1915. — Ne dette un riassunto Giorgio Barini nell’articolo Il canto di gloria della Francia, nel Fanfulla della Domenica, del 9 aprile 1916).

Fra i molti versi di questo inno ugualmente popolari si tengano presenti anche il primo della 6a strofa:

722.   Amour sacré de la patrie. 1

e il terzo:

723.   Liberté, liberté chérie.2

che si ritrova nel duetto di Masaniello e Pietro nella Muette de Portici, melodramma di Scribe e Casimir Delavigne, musicato da Auber (a. II, sc. 2) e suo capolavoro, che tanta efficacia ebbe sugli animi vibranti di patriottismo nell’insurrezione del Belgio del 1830.

Non meno popolare della Marsigliese è in Francia lo Chant du Départ che musicalmente ha un’importanza anche maggiore. Questo Canto della partenza è il famoso inno nazionale che Maria-Giuseppe Chénier (fratello minore di Andrea, il poeta famoso morto sulla ghigliottina) scrisse nel 1794 per la quinta festa anniversaria della presa della Bastiglia. Egli lesse i suoi versi al celebre musicista Méhul, l’autore del Giuseppe, il quale chiese l’onore di poterli musicare. Questa grandiosa cantata, composta di sette strofe e un ritornello, appena apparve ebbe un successo


  1. 722.   Amore sacro della patria.
  2. 723.   Libertà, libertà diletta.