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[1250] Personaggi storici e letterari 423

e grande amico di san Bernardo di Chiaravalle, fu attribuita per qualche tempo una curiosa profezia intorno ai papi da Celestino II alla fine del mondo, che il benedettino Arnaldo Wyon pubblicò per la prima volta nel vol. I dell’opera Lignum vitæ, ornamentum et decus Ecclesia (Ven., 1591), e che poi è stata riprodotta più volte (benchè condannata dai Sommi Pontefici), ed anche nel Grand Dictionnaire historique del Moreri, sotto la voce Malachie. È quasi certo che codesta scrittura è apocrifa e che probabilmente fu composta durante il conclave in cui fu eletto Gregorio XIV (1590) dai partigiani del card. Girolamo Simoncelli orvietano. In questa pretesa profezia ogni papa è indicato da una frase allegorica, in cui si vuol trovare allusione o alla patria del papa, o al suo cognome, o al suo stemma, o alla condizione di nascita, o agli avvenimenti del suo regno, insomma a tante possibili circostanze che è ben difficile che una di esse non si presti, più o meno stiracchiata, alla giustificazione della profezia. Del resto l’applicazione loro appare più precisa per tutti quei pontefici che precedono Gregorio XIV, mentre è cavillosa e forzata per quelli che seguono. Il dott. Luigi Fumi, già direttore dell’Archivio di Stato di Milano, crede di potere con buoni argomenti, non però del tutto conclusivi, attribuire la fabbricazione di questo apocrifo testo al famoso falsario Alfonso Ceccarelli, decapitato per i suoi falsi nel giugno 1583 (Fumi, L’opera di falsificazione di Alfonso Ceccarelli, Perugia 1902). Il primo scrittore che reputò falsa la profezia è il Manriquez nei suoi Annales Cisterc. del 1642; ma altri scrittori ecclesiastici la ritennero più o meno genuina, tali recentemente l’ab. Cucherat (Les prophéties de la succession des Papes, Grenoble 1873) e l’ab. Joseph Maitre (Les prophéties des Papes attribuées à St. Malachie, étude critique, Paris 1901). Checchè ne sia, queste profezie ebbero grande reputazione e anche oggi sono citate se non altro a titolo di curiosità. Pio IX vi è designato con le parole

1250.   Crux de cruce.1

che gli scrittori clericali vogliono profetiche delle traversie sofferte dal Pontificato sotto di lui e specialmente della perdita del dominio

  1. 1250.   Croce della (o dalla) Croce.