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530 Chi l'ha detto? [1573-1576]

1573.   On doit des égards aux vivants; on ne doit aux morts que la vérité.1

(Voltaire, Première lettre à M. de Genonville sur Œdipe, in n.).
Questa nota manca in alcune delle prime edizioni della lettera, poiché fu aggiunta da Voltaire stesso a chiarimento di un pezzo che era stato tolto nelle prime edizioni per riguardo di una persona allora vivente che vi era criticata.

La verità non si vada però a cercare nei cimiteri, poichè

1574.   Non crepa un asino
Che sia padrone
D'andare al diavolo
Senza iscrizione.

scrive nel Mementomo (str. 2) il Giusti che nauseato dalle menzogne de’ facitori di epitaffi grida loro poco oltre (str. 9):

1575.   Lasciate il prossimo
Morire in pace,
     O parolai,
     O epigrafai,
     O vendi-lacrime
     Sciupa-solai.

La forma più eletta della verità è quella che adopra:

1576.   Liberi sensi in libere parole.

(Tasso, Gerusalemme liberata, c. II, ott. 81).
come risponde Goffredo ad Alete ambasciatore del re d’Egitto:
Risponderò come da me si suole
Liberi sensi in libere parole.

E la frase fu imitata da Vincenzo Monti nella tragedia Aristodemo (a. II, sc. 7):

  1. 1573.   I vivi hanno diritto a qualche riguardo: ma dei morti non si deve dire che la verità.