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542 Chi l'ha detto? [1618-1620]


Chi imprende a scrivere su qualsivoglia argomento, deve aver presente il precetto oraziano:

1618.   Sumite materiam vestris qui scribitis æequam
Viribus.1

(Orazio, Arte poetica, v. 38-39).
se non vuole esporsi ad un insuccesso sicuro, tentando un soggetto di troppo superiore al suo ingegno, alla sua dottrina, ossia, per dirla ancora con frase oraziana,

1619.   Lecta potenter.... res.2

(Orazio, Arte poetica, v. 40).
Ecco un’altra citazione che suole interpretarsi a sproposito. Così su di essa ragionava il compianto Rigutini nel già citato articolo della Roma letteraria (a. X, n. 11-12): «L'avverbio potenter franteso ha fatto frantendere anche il participio lecta. E l’errore non è soltanto dei mezzanamente colti, ma anche di uomini assai dotti. Mi ricordo che quando il Lambruschini pubblicava i suoi Dialoghi sull’istruzione, mi ci volle del bello e del buono per fargli capire che il senso che dava a quel passo non era il vero, intendendo egli nel lecta potenter res, la materia potentemente, ossia profondamente studiata, quando si deve intendere l’argomento scelto secondo le proprie forze (potenter); e perchè tale è l'uso che Orazio non di rado fa di certi avverbj, e perchè in quel luogo della Poetica si parla della scelta dell’argomento. In tale errore cadde anche quell’egregio ingegno di A. Gabelli, e si può vedere nel libro L’Istruzione in Italia (parte seconda, pag. 186)».

Soltanto i prediletti delle muse, e le intelligenze elette possono tentare una materia

1620.                                      ....Degna
Di poema chiarissimo e d’istoria.

(Petrarca, Trionfo della Morte, canto I, v. 35-36).
  1. 1618.   Se volete scrivere, scegliete un argomento pari alle vostre forze.
  2. 1619.   Materia scelta secondo le proprie forze.