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[1814] Le frasi storiche della Grande Guerra 607


fu ripetutamente citata. Contro alcune false e maliziose interpretazioni di essa protestò lo stesso on. Salandra chiarendone il vero significato in una lettera scritta al direttore del Messaggero di Roma, e pubblicato da questo giornale il 9 gennaio 1919, e lo stesso giorno anche dal Corriere della Sera di Milano, e poi da altri giornali.

L’on. Ettore Ciccotti, commentando nel Messaggero di Roma del 1919, — in un articolo della serie già ricordata su le frasi celebri della guerra - questa del Salandra, annota: «Fors’anche, la sua, era una non felice reminiscenza tedesca; giacché — non so se l’on. Salandra lo abbia ben presente - quella frase, di cui qualcuno ha voluto cercare la traccia in un discorso di Salisbury, è di schietta marca tedesca e riflesso di educazione tedesca. E infatti il berlinese Guglielmo Jordan, che, parlando nel Parlamento della Confederazione, nella chiesa di San Paolo, a Francoforte, il 24 luglio 1848, fece appello, contro le voci di resurrezione della Polonia, all’egoismo nazionale tedesco: “È ben tempo - egli disse - di uscire da quell’abnegazione da sognatori, in cui ci sdilinquivamo per tutte le nazionalità, mentre noi stessi si languiva in una vergognosa servitù, calpestati da tutto il mondo, per assorgere ad un sano egoismo nazionale, se si deve pronunziare una volta appunto la parola che mette il benessere e l’onore della patria sopra a tutte le questioni”. E poco dopo (3 dicembre 1850) il principe di Bismarck, rendendo, come era suo costume, anche più brutale quell’affermazione, che pure si poteva comprendere nel senso e nella forma usata dal Jordan, diceva: “Il solo sano fondamento di un grande stato - e in ciò questo si distingue essenzialmente da un piccolo stato - è l’egoismo statale, non il romanticismo; e non è degno di un grande stato contendere per una questione che non rientra nel suo particolare interesse”. E di un egoismo nazionale avevano parlato poco prima Ludwig Borne e Carlo Grun, quando rinfacciava a un socialista che in lui l’egoismo nazionale diveniva egoismo sociale». Le parole precise di Bismarck che furono in quel tempo riesumate anche nei giornali tedeschi, sono le seguenti: «Die einzige gesunde Grundlage eines grossen Staates, und dadurch unterscheidet er sich wesentlich von einem kleinen Staate, ist der staatliche Egoismus und nicht die Romantik, und es ist eines grossen Staates nicht würdig, für