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[1851] Le frasi storiche della Grande Guerra 641


essa fu improvvisata, parole e musica, tre o quattro mesi dopo la seduta della Camera, dal tenente generale Emilio De Bono, allora comandante del IX Corpo d’Armata e cantata per la prima volta da un coro di soldati delle Brigate Basilicata e Bari, in presenza del Re, alla festa dell’Armata del Grappa il 24 agosto 1918, presso villa Dolfin a Rosà di Bassano, allora sede del Comando del Corpo. Il successo fu enorme: il generale Giardino la volle diffusa nella sua armata con questo vibrante proclama:

«Soldati miei!... Alle balze del Col Moschin echeggiò sommessa la voce gemente dei fratelli schiavi.

«I fratelli in armi vi protesero intenti l’orecchio e l’anima, e ne bevvero la parola e l’armonia, come baci di un’amante incatenata. Cosi ecco a voi, soldati del Grappa, la canzone d’amore e di fede, che a Fonzaso, a Feltre, a Belluno, sospira dolente tra le catene austriache.

«Ancora per poco, soldati del Grappa!...

«Imparatela tatti. Sentite che ardenti lacrime vi sono dentro! Sospiratela piano anche voi, nelle veglie sul monte, come un giuramento d’armi. Cantatela dolce nel raccoglimento serale delle vostre tende, come una canzone d’amore. Cantatela balda nelle vostre marcie, come una promessa di liberazione. Giorno verrà che vi chiamerò alla riscossa! Allora cambieremo la musica; e voi, questa dolente canzone, la farete ruggire come tempesta, sul viso e sul corpo dell’austriaco, fra il lampo delle vostre baionette. E sarà la liberazione e la vendetta! A voi!...

La canzone del Grappa divenne assai presto popolare in tutto l’esercito e nel paese; e portata dai nostri aviatori nelle terre invase vi fu accolta con entusiasmo. A Fonzaso stessa la cantavano pubblicamente negli ultimi giorni dell’occupazione, tanto che la polizia austriaca dovè proibirla con la minaccia di gravi punizioni, e quando il 1° novembre le truppe liberatrici e precisamente i fanti del 212° fanteria entrarono in paese, quelle buone popolazioni accolsero i fratelli al canto dell’inno nato oltre Piave. Dirò in altra occasione i particolari curiosi di questo episodio e finirò accennando ad un opuscolo di propaganda patriottica, stampato nei primi mesi del 1918, che contiene vari discorsi dell’on. Orlando e ha sul frontespizio in luogo del titolo, il verso Monte Grappa ecc. in

facsimile della scrittura autografa del ministro e con la firma di lui.

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