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646 | Chi l’ha detto | [1854-1855] |
tiro del nemico, mentre in barella veniva avviato ad un posto di medicazione, incontrò il suo comandante dì brigata. Esultante di gioia gli gridò: ‘‘Signor Generale, venga a baciarmi,
1854. M’hanno rotto le gambe: evviva l’Italia!
Sublimi sarebbero pure, se esattamente riferite, le parole dette da un valoroso che cadde, non nella nostra guerra, ma in terra di Francia, parole che là furono divulgate e divennero notissime: ed io qui le riferisco perchè potrebbero costituire un esempio del come dalla forse non sempre involontaria deformazione della storia nasca la leggenda. Nel libro già ricordato dal Souchon, Les mots heroiques de la guerre è narrato (pag. 252), e il racconto è tolto di peso dal Journal Officiel dell’8 febbraio 1915 (pag. 652), che il luogotenente Durandi, uno dei garibaldini dell’Argonne, il 5 gennaio 1915 uscendo pel primo dalla trincea caricò il nemico gridando: En avant, fils de l’Italie!,
1855. Il est beau de mourir pour la France! 1
e fu ucciso. Ora Camillo Marabini - che fu amico e come fratello di Lamberto Duranti (non Durandi), giovane marchigiano (era nato ad Ancona nel 1890) di fede repubblicana, che passò la sua vita nelle organizzazioni e nei giornali del suo partito e aveva combattuto in Albania e in Grecia — parla diffusamente di lui nel volume: La rossa avanguardia dell’Argonna, diario di un garibal-
- ↑ 1855. Avanti, figli d’Italia, è bello di morire per la Francia!