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[1868] Le frasi storiche della Grande Guerra 663


lano, 1869) della quale è particolarmente singolare l’Appendice (a pag. 279-360 del vol. II) intitolata: «Rivendicazione della gloria militare italiana oscurata e negletta dagli autori francesi, ossia riepilogo dei principali fatti d’arme vinti o sostenuti dal valore degli Italiani». Lo spirito col quale è vergata quest’Appendice, resulta dalle enfatiche parole della chiusa (pag. 360): «Che ne dite, scrittori di Francia? Questa è storia, e non vuote parole: voltatela pure a vostro vantaggio facendovi belli delle nostre glorie, tacendole vilmente per noi, anzi calunniandole, ma non potrete mai rendere menzogna la verità; che se voi ricusate a renderci la meritata giustizia, noi questa giustizia la attendiamo dai posteri, i quali mentre ce la renderanno, si faranno accusatori della vostra ingratitudine». Il Bertolini, trentino, morì a Trieste nel 1871; e nel 1912, per cura di uno speciale comitato e col favore del municipio triestino, gli fu eretto, nel cimitero di Sant’Anna, un monumento funerario che volle essere al tempo stesso un’esaltazione della epopea napoleonica e una manifestazione d’italianità (vedi nella rivista Italia!, a. II, 1913, vol. II, pag. 452).

Mentre tali erano le disposizioni degli spiriti in Italia, sopravvennero le guerre del nostro Risorgimento, ma conviene dire ch’esse non mutarono troppo il giudizio degli stranieri sul nostro conto, poichè se non mancarono i tratti di valore, massime nell’eroico contegno dei nostri martiri, non sempre a questo corrispose la condotta delle truppe in campagna, per ragioni diverse, non tutte imputabili al paese. Sta in fatto che se le fortune d’Italia ci condussero all’indipendenza e alla unità, lo sforzo fatto dalla nazione nelle cinque guerre dell’indipendenza fu inferiore all’aspettativa e non avrebbe forse raggiunto il risultato senza gli aiuti delle armi straniere. È d’uopo ricordare che tutte queste guerre, dal 1848 al 1870, non sono costate in complesso che 6226 morti e 19.981 feriti? Uno dei più poderosi pensatori dell’Italia contemporanea Alfredo Orfani, così riassumeva serenamente lo spirito nazionale di quel tempo, in quella che è la sua maggiore opera storico-politica. La lotta politica in Italia (Torino, L. Roux e C., 1892, p. 370-371: lib. IV. cap. 5): «Questa dolorosa contraddizione fra tanto bollore di frasi e tanta freddezza di atti, tra la falange sacra degli scrittori e dei cospiratori che gettavano ogni fiore della loro anima sull’altare della patria per purificarlo dal contatto dei carnefici, e