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734 | Chi l’ha detto | [2051-2052] |
nell’opera medesima, nel famoso quartetto che chiude l’atto I (sc. 14). Se ne sovvenne il Giusti, quando scriveva:
L’illustre bindolo
A capo basso
Parea Don Bartolo
Fatto di sasso.
(La Vestizione, str. 49).
2051. Le miserie d’Monsü Travet.1
è il titolo del capolavoro drammatico di Vittorio Bersezio, scritto da lui in dialetto nel 1862 per la compagnia piemontese di Giovanni Toselli e dato da questa per la prima volta al teatro d’Angennes a Torino il 4 aprile 1863.
Si sa che il nome del protagonista è passato ormai in uso comune per indicare un impiegato: e travet, travetteria, ecc., sono entrati da quel tempo nel vocabolario dell’uso. Così il Bersezio stesso raccontava le origini di questo nome in una bella pagina autobiografica pubblicata nella Gazzetta del Popolo (vedi anche il Corriere illustrato della Domenica, n. 3, 30 ottobre 1898): «Se credo di avere avuto nella mia vita un momento di felice ispirazione, si è quello in cui ho trovato il nome Travet. Sono persuaso che nel felice successo della commedia, per una buona metà ci ha conferito la convenienza del nome. Pensate alle impalcature che sostengono i tetti. Le grosse travi appariscenti fanno la forza maggiore; ma che potrebbero esse senza le travette che corrono dall’una all’altra a sorreggere le tegole? E nessuno lor bada, e sono sempre là, intente all’opera loro, e mentre le grosse travi, ancorchè tarlate, possono tuttavia rimanere al posto e farci la buona figura, essi, i travicelli, se vengono a mancare, precipitano le tegole. Il mio povero, buono, onesto impiegato, sarà il Travet dell’edificio amministrativo».
2052. Bagolamentofotoscultura.
è il titolo di un vaudeville di Napoleone Brianzi che faceva parte del repertorio della antica compagnia milanese Ferravilla: ma è tolto dall’altro vaudeville dello stesso repertorio: La statoa del sor In-
- ↑ 2051. Le miserie del signor Travetti (o meglio, del signor Travicelli).