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[2092-2093] | Apostrofi, invocazioni, imprecazioni | 745 |
zienza i giuochi rumorosi. I biografi del Santo non registrano questa frase, ma tutto il popolo d’Italia e specialmente quello di Roma, in cui è sì viva la memoria del Santo fondatore dell’Oratorio, la danno come vera; e tale ce la fanno credere molte altre cose che leggiamo di lui, e che sono altrettante riprove del gran cuore di Filippo pei giovani. Per esempio sappiamo d’un gentiluomo romano che, andando spesso dal Santo, si stupiva di vedere attorno alla camera di lui una turba di giovanetti che facevano un rumore intollerabile; e però gli chiese, come potesse sopportarlo. E Filippo con gran dolcezza gli rispose: «Purchè non facciano peccati, volentierissimo sopporterei che mi spaccassero le legna addosso» (Capecelatro, Vita di S. Filippo Neri, lib. II, cap. VIII). Le parole di S. Filippo si ripetono oggi quasi a scusare la irrequietezza dei ragazzi, che neppure un santo era riuscito a tener fermi: ma certamente il Santo, se le disse, non le disse in questo significato. Veramente anche oggi, presso i Romani in particular modo, il ricordo di Filippo è vivo come d’uomo santo sì ma allegro, piacevole, festoso; e molti de’ suoi motti, più o meno alterati, si ripetono di frequente, come si ripetono le parole ch’egli soleva dire a’ suoi discepoli:
2092. Figliuoli, state allegri.
«Voglio che non facciate peccati, ma che stiate allegri.» A Francesco Zazzera suo discepolo, che attendeva allo studio delle leggi con desiderio troppo vivo di onori e di lucri, un giorno accarezzandolo dice: «Oh beato te! Tu studi adesso: poi fatto dottore, comincerai a guadagnar bene, menerai avanti la tua casa, sarai avvocato, e potresti un giorno entrare in prelatura.» E seguitò a parlare di non so quante altre grandezze ripetendo di continuo: «Beato te! beato te! mentre Francesco stava ad ascoltarlo un po’ stupito, si volge d’improvviso a lui, e gli dice nell’orecchio:
2093. E poi?
con tanto impeto di carità, che lo Zazzera meditando sulla vanità delle cose umane, lasciò il mondo e si fece padre dell’Oratorio. Queste stesse parole E poi? ricorrevano spesso sulla bocca di Filippo: e la pia regina delle Due Sicilie, Maria Cristina di Sa-