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[2198-2199] Sfarfalloni 783


2198.   Noi siam figli, dirò, di noi stessi,
     Loro invece si appoggiano ai padri;
     Tutto sta se la casa ha dei ladri
     In giornata, o sei secoli fa.

La famosa quartina:

2199.   Come nave che salpa dal porto
     Passeggiando con passo scozzese,
     È lo stesso che prendere un morto
     Per pagarlo alla fine del mese.

che si cita con molte varianti (ma questa credo sia la lezione esatta), si attribuisce comunemente, massime in Bologna, a Giuseppe Fioresi, anzi a «Joseffo Fioresi autore bolognano», com’egli stesso soleva firmarsi, l’autore dei Travòli (Livorno, 1827, dedicati All’egregia Italia), un mattoide bolognese della prima metà del secolo XIX, non sfornito di coltura, ma che aveva la manìa di scrivere in versi e in prosa, infischiandosi del vocabolario e della sintassi, un precursore insomma dei futuristi contemporanei (ved. l’articolo Un futurista del passato, nel Resto del Carlino, di Bologna, num. 30, del 30 gennaio 1914, in 5a pag.). Ma la quartina non può essere del Fioresi, è troppo bella per esser sua, a parte che non si trova nelle moltissime scritture a stampa di lui che si conoscono: ed è probabile, come ho sentito raccontare da vecchi bolognesi ed è anche detto nel curioso volume di Antonio Fiacchi, Bologna d’una volta, Ricordi di giovinezza narrati dal Sgner Pirein alla so Ergia, seconda edizione (Bologna, 1913), a pag. 68, che si tratti di una canzonatura composta per parodiare, molto felicemente, lo stile dell’originale poeta. Infatti se la quartina non è del Fioresi, si comprende che gliel’abbiano attribuita. Il Nodiurno ossiano tante canzoni dilettevoli (Bologna s. a.) pieno di roba dove il senso non corre molto più che nella quartina celebre; ecco p. es. come finisce la Navicella:

          Spazia si, dall’alto il limo
               di facella l’aurea notte,
               che gli amanti al posto primo
               bacieranno il loro albor.