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Pagina:Chi l'ha detto.djvu/94

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62 Chi l’ha detto? [236-239]

gnia, chè non vi accada come a Paolo e a Francesca, ai quali poscia increbbe di aver potuto dire di sè:

236.   Soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Inoltre, se trista e pesante è la solitudine, altrettanto può dirsi talvolta della compagnia; e come scrisse il Leopardi ne’ suoi Pensieri:

237.   Nulla è più raro al mondo, che una persona abitualmente sopportabile.







§ 15.



Condizioni e sorti disuguali





Fortuna non è equa dispensiera de’ suoi favori ai viventi; ciò che gli antichi Greci significavano già con un adagio comune:

238.   Non cuivis homini contingit adire Corinthum.1

(Orazio, Epistolæ, lib. I, epist. XVII, v. 36).

adagio, che anche per gli antichi era di incerta origine, poichè alcuni ne davano ragione dicendo che l’ingresso nel porto di Corinto era molto difficile (Apost., 13, 60), altri che la vita dissoluta che vi si menava, rendeva difficile a chi non fosse ben provvisto di danaro, di godere dei piaceri che la città offriva (Zenob., 5, 37; Diogenianus, 7, 16).

E in senso morale si dice ugualmente che

239.   Non ex omni ligno Mercurius.2

vale a dire che non a tutti si adattano gli onori, come non tutti i legni erano buoni per levarne idoli ad adorare. Era questa un’an-


  1. 238.   Non a tutti è dato di andare a Corinto.
  2. 239.   Non da qualunque legno si può levare un Mercurio.