Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/101

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28 novelle di canterbury.

insegnare con l’esempio al suo gregge, come bisogna vivere in questo mondo.„

Questo buon parroco non era uno di quei tali, che riducono il beneficio un mercato, e lasciano marcire nel fango il loro gregge. Non correva a S. Paolo in Londra, per farsi una prebenda pregando per l’anima dei morti, o con la speranza di trovare un posticino in qualche confraternita. Se ne stava sempre a casa, e badava con molta cura alle sue pecore, sempre attento che il lupo non glie ne portasse via qualcuna. Insomma, faceva il pastore, non faceva il mercante. Sebbene avesse un animo cosí retto e virtuoso, non trattava mai con asprezza quelli che peccavano; né parlava loro severamente, ma li ammoniva sempre con la sua solita bontà. La sua vita non aveva altro fine che quello di mostrare alle anime la via del paradiso. Però se qualcuno si ostinava nel male, e non la voleva intendere con le buone (fosse un signore o uno del popolo, era lo stesso), sapeva trattarlo come si meritava. Vi dico che era proprio il più buon prete del mondo.