Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/100

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prologo. 27


Sentiva una certa ripugnanza ad angustiarsi per gl’interessi suoi47, e preferiva pensare a gli altri; infatti era sempre in mezzo ai suoi poveretti, per dividere con loro quello che ricavava dalle offerte, e qualche volta anche il frutto di quel po’ di roba che aveva. Per lui ce n’era d’avanzo: si contentava di poco. La sua parrocchia era molto grande, e si stendeva fino a certe case lontanissime dalla città; nonostante, anche con l’acqua e coi tuoni, egli non abbandonava mai i suoi afflitti: prendeva su il suo bastone, e via, a piedi, a trovarli. In tutte le cose dava per il primo il buon esempio, e poi predicava agli altri. Ricorreva sempre alle parole del vangelo, e finiva spesso con questo paragone: Se l’oro fa la ruggine, “che cosa farà mai il ferro? Se un prete, al quale noi ci affidiamo, è il primo a dare il cattivo esempio, che cosa dovrà fare un povero ignorante?... È una cosa vergognosa, se uno ci pensa bene, vedere un cattivo pastore in mezzo a delle buone pecore. Perciò è dovere di ogni buon prete