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316 | il cantare di ser thopas. |
tenti, che ora si parla di armi, di cavalieri, di donne, di cortesie e di amori.
Che cosa sono i famosi cantari del giovine Horn, di Ipotis, di Bevis, di Ser Guy, di Ser Libeux, e di Pleindamour12, in confronto a quello di Ser Thopas, che era il vero fiore della cavalleria?
Egli, dunque, inforcato il suo bravo destriero, guizzò d’un salto sulla via, come una favilla guizza in aria da un tizzo ardente. Sull’elmo che gli copriva la testa spiccava per cimiero una torre con un fiore di giglio in cima. Ed ora Dio salvi dalla morte il corpo di Ser Thopas.
Da pro’ cavaliere errante, la notte non volle mai dormire al coperto: suo letto era la terra, suo tetto il cappuccio, e per guanciale avea l’elmo risplendente. Vicino a lui intanto il suo destriero morsicchiava le dolci erbette del prato.
Anche egli, come si legge del prode Ser Percival13 quando indossava lo splendido costume di cavaliere, non bevve mai altra bevanda che l’acqua della fonte. Finalmente un giorno.........