Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/317

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SEMPRE A BOLOGNA. 281 propose altri lavori; un'antologia della prosa itdiana, in due volumi, e un dizionario filosofico filologico, pel quale diceva d'aver pronto molto materiale nello Zibal- done. L'editore accettò le proposte, rimanendo inteso che, se al Leopardi nello scrivere il dizionario venisse fatto qualche articolo che gli paresse opportuno per il Bicoglitorc, glie lo avrebbe mandato. Otìrendo a Giacomo il benefizio ecclesiastico, Mo- naldo aveva profittato della occasione per tentare di ricondurre nel grembo della Chiesa la pecorella smar- rita. — Chi sa che il miraggio di una grande ambi- zione sodisfatta non potesse indurre il figlio suo ad abbracciare la carriera ecclesiastica ! — E infatuatosi in questa idea, gli magnificò, con la lettera che allora gli scrisse, i vantaggi che avrebbe ottenuti, i meriti che avrebbe acquistati, se, fattosi prete, avesse spie- gato arditamente la bandiera della Chiesa. < Voi con questo atto, arrivò a dirgli, fareste forse più che non fecero isolatamente i martiri con lo spargimento del loro sangue. > ' Giacomo rispose che provava per lo stato ecclesiastico tale ripuynanza che quasi lo assicu- rava di non esservi chiamato.- Anche il Giordani, mosso da ragioni diverse, aveva, come s'è veduto, proposto una volta a Giacomo di farsi prete ; ed ei non ne volle sapere. Vestirsi prete voleva dire rinnegare tutta la vita intellettuale da lui vissuta fino allora, sopprimere le Operette morali, ab- dicare a sé stesso. Oh no ! Quel po' di vita che gli re- stava, sia pure ch'egli dovesse viverla sempre infeli- cissimamente, relegato per sempre nel selvaggio suo borgo, egli voleva viverla libero e ardito, protestando contro le occulte potenze che glie l'avevano data, che condannavano tutto il genere umano innocente alla infelicità. Egli voleva essere nel mondo ciò che natura

  • Lettere scritte a Giacomo Leopardi dai suoi parenti, ■psi^. 153.

' Vedi Epistolario, voi. II, pag. 81.