Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/425

Da Wikisource.

LA FINE DELL' ULTIMO AMORE. 389 cesconi il mese. Stese e sottoscrisse il manifesto : fu anche steso il contratto in carta bollata ; ma il Governo non approvò il manifesto, e così il progetto non potè avere esecuzione.' Benché egli fosse, come ho detto, nella quasi im- possibilitai di lavorare, scrisse probabilmente intorno a questo tempo due nuovi dialoghi, da aggiungere alle Operette morali; il Dialogo di un venditore d'al- manacchi e di un passeggere, che pare al De Sanctis uno dei più felicemente riusciti, e il Dialogo di Tri- stano e di un amico, col quale fa una nuova e più calda difesa delle sue dottrine filosofiche. Tristano, parlando con l'amico, finge di aver mu- tato opinione, di essersi persuaso, in seguito alle grandi scoperte del secolo decimonono, che non solo la vita non è infelice, ma è felicissima, che l'uomo è perfet- tibile all'infinito, che la specie umana va ogni giorno migliorando, che questo secolo è superiore a tutti i passati, e che, quanto al suo libro delle Operette mo- rali, il meglio che si possa fare è bruciarlo. Come appare dal tuono ironico, le parole di Tri- stano sono più che altro una satira delle idee profes- sate dagli uomini fra i quali allora il Leopardi viveva. L'amico di Tristano sono gli amici di Giacomo al gabinetto Vieusseux. Ma le parole di Tristano non sono sempre ironiche ; e se, quando ironiche, non sem- pre van dritte al segno, quando cessa l'ironia, fanno piangere. Questo dialogo prelude alla Palinodia, anzi è esso stesso una Palinodia in prosa delle Operette morali. Fallito il tentativo del giornale, fallite al tutto an- che le speranze di ritrarre qualche guadagno dai ma- noscritti confidati al De Sinner, e vicinissimi oramai ad esaurirsi gli ultimi suoi mezzi, non restava al poeta che il partito estremo di ricorrere alla famiglia, chie- ' Vedi Epistolario, voi. II, pag. 487.