Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/513

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NOTA AL CAPITOLO IX. 473 Fece r anno passato con suo disagio ducento miglia per ve- nirmi a vedere: mi scrive sempre: quasi ogni lettera con- tiene le più lamentevoli istanze, eh' io gli dica una sola pa- rola, quella che da tanti anni mi va chiedendo.... Ma io non gli ho voltato le spalle; poiché egli diventò ed è in- felice: gli ho fatto e gli farò sempi-e tutti i servizi possibili: la gente ci crede amici : io farò tutto per lui : ma una pa- rola o un atto di quella tanta tenerezza antica mi è im- possibile. » La persona di cui qui si parla è indubbiamente il Bri- ghenti, del quale nella medesima lettera il Giordani dice: « Quel tale è da me spregiatissimo, e come io tengo certo il molte prove, è spregevolissimo; e cattivo. * Questo giu- dizio del Giordani e la conoscenza del fatto finora ignorato da me cambiarono interamente l'opinione ch'io m'era for- mata del Brighenti, ed avevo espressa nel capitolo IX. Quella buona opinione era fondata principalmente sul carteggio di lui col Giordani e col Leopardi. Mi pareva im- possibile, e anche ora mi pare un po' strano, che un uomo col quale il Giordani, dopo riappiccata la relazione, man- tenne una corrispondenza, sia pure priva delle antiche tene- rezze, ma amichevole ed afifettuosa, potesse essere, ed essere creduto da lui spregevole e cattivo. Per ciò ritenni che la ragione per la quale gli aveva disdetto l' amicizia non do- vesse essere tale da ledere l'onorabilità dell'uomo. Le let- tere poi del Brighenti al Leopardi, che si conservano ine- dite presso la famiglia del poeta, e che io ho lette tutte, sono così piene di espressioni di alta stima e di afletto per osso, e quelle espressioni hanno una tale impronta di sin- cerità, che leggendole io non poteva persuadermi che quel- l'uomo fosse un tristo. Così avvenne che quand'io nel ca- pitolo IX dovei occuparmi dell'accusa di delatore politico fatta ad esso nel 1851 da un documento pubblicato dal Gual- terio, e rinfrescata e rafi"orzata nel 1888 dal Piergili, benché riconoscessi la gravità degli argomenti sui quali l'accusa stessa posava, mi sentii naturalmente disposto a dare molto peso ai dubbi messi innanzi dal Gualterio medesimo, che giudicava possibile fosse calunniosa, e da altri che la di- cevano tale a dirittura. E poiché nemmeno il Piergili non